martedì 21 febbraio 2012

RIMINI E I MOCCINI




E' ormai quasi certo che debutteremo al Meeting di Rimini. Circa 800.000 presenze ogni anno, 900 giornalisti accreditati, 6000 articoli di rassegna stampa. Certo, non saranno tutti lì per il nostro spettacolo, però che bella occasione.

Occasione per che cosa? Ci siamo chiesti.
Sondando le aspettative della compagnia, possiamo stilare la seguente classifica:


- Al primo posto, scroccare sigarette. E' il pensiero fisso del 90 per cento degli ospiti dell'Opera Fratel Ettore, risparmia solo chi ha già un moccino in tasca. In comunità non gira molto tabacco. Hai voglia a dirgli che se non fumano da due mesi  possono considerarsi ex-fumatori. Si offendono.

- Al secondo posto, andare al mare. Certo, Rimini è sul mare. Anzi, è la città-simbolo del divertimento estivo, tanto che la sua fama scavalca i confini nazionali. Abdul, che è marocchino, lo sa. Viorel, che è rumeno, lo sa. Già si immaginano sulla battigia con salvietta in spalla e costumino. Abbiamo ancora qualche mese per introdurci nei loro sogni proibiti e spiegargli che siamo lì per lavorare.

- Al terzo posto, essere applauditi. Niente da fare, la sindrome da palcoscenico colpisce chiunque si avvicini alle assi polverose con un intento appena superiore a quello di spazzarle. Il nostro teatrino, però, ha un limite di visibilità che soffoca la vanagloria: non potremo esibirci con più di sessanta spettatori. Centoventi mani non bastano per montarsi la testa. Ma sono sufficienti a ripagare la fatica.